Cortei in occasione dello sciopero FIOM e per lo sciopero generale sociale di USB, COBAS e CUB
100mila in piazza a Milano contro Renzi
Un altro pugno rosso contro le politiche antipopolari economiche e di controriforma del diritto del lavoro. Ottima accoglienza al PMLI da parte degli operai
Le “forze dell'ordine” aggrediscono gli studenti

Redazione di Milano
Nella mattina di venerdì 14 novembre in 100mila - tra operai, lavoratori, pensionati, cassintegrati, disoccupati, esodati, studenti e migranti - scesi in piazza a Milano con FIOM, USB, Cobas e CUB, hanno sferrato un altro potente pugno rosso al Berlusconi democristiano Renzi e alla sua politica arrogante di attacco all'articolo 18 e a tutti i diritti economici, sindacali e sociali dei lavoratori.
Gli operai dietro gli striscioni RSU delle loro fabbriche hanno sfilato sotto le bandiere della FIOM da Porta Venezia a Piazza Duomo, arrivati in oltre 80mila con quasi 800 pullman dalle regioni del Nord e del Centro-Nord. Presenti alla manifestazione anche i lavoratori della Scala di Milano, che hanno deciso di aderire allo sciopero (fermandosi per 4 ore) “non solo per solidarietà alla FIOM - spiega un delegato della FLC CGIL - ma per la grande preoccupazione per un settore, quello della cultura, che sta vivendo un momento di grande sofferenza”.
Da largo Cairoli è invece partito il corteo degli studenti affiancati dai lavoratori organizzati dai sindacati non confederali, per lo sciopero generale sociale indetto da questi ultimi.
Sin dal concentramento di Porta Venezia ottima è l’accoglienza che gli operai metalmeccanici hanno riservato alla delegazione del PMLI – guidata dai compagni Angelo Urgo e Gabriele Urban, composta da militanti e simpatizzanti provenienti dalle province di Milano, Bergamo, Biella e Parma - che le hanno volentieri permesso di sfilare davanti ai loro striscioni con il suo rosso schieramento di bandiere del Partito e di cartelli con su affissi i nostri manifesti che invitano a spazzare via il governo del Berlusconi democristiano Renzi, e quello che propone lo sciopero generale di 8 ore con le nostre rivendicazioni inerenti il diritto al lavoro.
A centinaia i volantini diffusi riportanti l’articolo “Viva la lotta di classe” e la citazione del compagno Scuderi dal titolo “Il potere politico spetta di diritto al proletariato”. Diffuse anche copie de “Il Bolscevico” n. 40, che riporta i servizi sulla grande e storica manifestazione nazionale di Roma del 25 ottobre, e del numero speciale de “Il Bolscevico” – stampato interamente a colori per l’occasione – sulla commemorazione di Mao svoltasi lo scorso settembre a Firenze col testo integrale del discorso pronunciato dal compagno Loris Sottoscritti, a nome del CC del PMLI, “Mao e la missione del proletariato”.
A consolidare ulteriormente il naturale legame di classe degli operai con la delegazione del PMLI hanno indubbiamente contribuito il lancio degli slogan – tramite un megafono e la corale voce dei nostri compagni – per il sostegno della lotta di classe e dell’obbiettivo strategico del potere politico alla classe operaia e quindi per la conquista del socialismo contro il capitalismo, per l’abbattimento del regime neofascista e il suo governo Renzi e contro le sue politiche occupazionali di precarizzazione contrattuale e salariale, per rivendicare che il lavoro sia né flessibile né precario, bensì stabile e a pari salario, per l’affossamento del Jobs Act e per la difesa e l’estensione dello Statuto dei Lavoratori ed il ripristino originario del suo Articolo 18.
Slogan ripetuti con forza dagli operai che hanno anche intonato con noi “Bandiera Rossa”, “L’Internazionale”, “Bella Ciao”, “Le 8 ore” (adattata contro il governo Renzi) e “Fischia il Vento”.
Passando per Piazza San Babila il corteo ha incrociato il presidio dei NO TAV salutato dai marxisti-leninisti al grido “Libertà per i No Tav!”.
La manifestazione si è conclusa in Piazza Duomo con i comizi finali. Dopo gli interventi dei delegati delle fabbriche in lotta la parola è passata al Segretario aggiunto del sindacato dei metalmeccanici del Belgio, Angelo Basile, che ha portato la solidarietà degli operai belgi a quelli italiani “impegnati, come noi, in una difficile lotta”: “La vostra situazione è simile alla nostra. Il governo ha stabilito 17 miliardi di risparmi che in realtà si trasformano in nuove tasse per i lavoratori". E aggiunge: "abbiamo già programmato tre giorni di sciopero generale il 24 novembre e il primo e l'8 dicembre”.
È quindi arrivato il comizio di Maurizio Landini, Segretario nazionale della FIOM, che ha fatto un discorso condivisibile per quanto riguarda le politiche occupazionali del governo Renzi il quale però viene sempre sottovalutato come uno “poco intelligente” che “perde il senso della realtà del Paese”, arrivando persino a ringraziarlo per gli 80 euro in busta paga perché, a suo dire, “aiutano i lavoratori a scioperare contro le sue politiche”, rinunciando così a smascherare come quel contentino elettoralistico sia stato già risucchiato dall’aumento della pressione fiscale diretta ed indiretta.
Afferma giustamente che lo Statuto dei lavoratori va esteso a tutti e che il suo articolo 18 non va modificato ulteriormente senza però rivendicare il ripristino della sua versione originaria precedente al governo Monti oltre che, come al solito, “dimenticarsi” di reclamare l’abrogazione delle già esistenti leggi che precarizzano il lavoro oggi (come le leggi 30 e Treu) limitandosi a dichiarare ferma opposizione solamente al Jobs Act renziano.
Poi, finito il suo comizio, Landini ha deluso buona parte della platea (che fino a un attimo prima lo ha applaudito appassionatamente) chiamando al microfono Susanna Camusso, Segretario generale della CGIL, suscitando brusii e fischi di disapprovazione tra gli operai; in poco tempo piazza Duomo si è svuotata per due terzi.
Durante tutto il suo retorico comizio è stato, di contro ai blandi applausi, un continuo di fischi e grida di contestazione degli operai come “perché non oggi lo sciopero generale?”, o lo slogan lanciato ripetutamente: “No agli accordi del 10 gennaio!”.
Nel frattempo gli studenti in corteo arrivavano in via Larga intonando cori contro l’ultraxenofobo Matteo Salvini, segretario federale della Lega Nord, contro il governo Renzi e contro EXPO. Il corteo è stato fermato da un ingente schieramento di finanzieri e poliziotti in tenuta antisommossa che hanno violentemente caricato e lanciato gas CS sui manifestanti per impedirli di avanzare verso Piazza Duomo. Anche in piazza Fontana davanti alla sede dell'Arcivescovado ci sono stati un po' di tafferugli quando i manifestanti hanno cercato di entrare nella struttura per protestare contro la “schedatura” delle scuole pro-gay disposta dalla Curia ambrosiana dell’arcivescovo ciellino Angelo Scola, che in seguito alle proteste ha momentaneamente ritirato l’iniziativa omofoba.
L'Unione degli Studenti ha denunciato che a manifestazione conclusa, all'Arcivescovado, sono stati caricati con una violenza inaudita e ingiustificata alla spalle dalle “forze dell'ordine”: "Se la forza pubblica carica da dietro un corteo autorizzato di studenti e studentesse riteniamo che allora le dimissioni del questore di Milano sono un atto dovuto". Agli studenti feriti e aggrediti dalle vigliacche cariche delle “forze dell’ordine” del ministro neofascista di polizia Alfano e del governo del nuovo Berlusconi Renzi, giunga la solidarietà militante e antifascista del PMLI.
Ai generosissimi e infaticabili compagni lombardi e biellesi, in particolare al compagno Lorenzo che è stato in piazza nonostante le sue precarie condizioni di salute, che hanno tenute ben alte le bandiere del PMLI, vanno i più calorosi applausi e la profonda riconoscenza dei dirigenti nazionali del PMLI con alla testa il compagno Giovanni Scuderi.

19 novembre 2014